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Abbattimenti di massa e scarsa trasparenza: nuove interrogazioni parlamentari mirano a far luce sul futuro dei visoni ancora confinati negli allevamenti italiani

In Italia, nonostante il divieto di allevare animali allo scopo di produrre pellicce, ci sono ancora dei visoni costretti a soffrire nelle gabbie degli allevamenti chiusi. Humane World for Animals Italia chiede l’emanazione del decreto ministeriale che ne consentirebbe il trasferimento, e l’introduzione di un divieto valido in tutta l’UE

Description Mink fur farm in Pulandian, China 2023

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ROMA—Humane World for Animals Italia (precedentemente nota come Humane Society International) accoglie favorevolmente la presentazione di nuove interrogazioni parlamentari, alla Camera e al Senato, sulla sorte dei visoni ancora confinati nelle strutture un tempo adibite ad allevamenti per la produzione di pellicce nel Paese.

Le due interrogazioni—firmate rispettivamente dalle Onorevoli e dagli Onorevoli Costa, Evi, Dori, Ascari, Caramiello, Cherchi, Di Lauro, D’Orso, Furfaro, Prestipino, Romeo, Bonelli, Borrelli, Zanella, Zaratti e dai Senatori e dalle Senatrici Bevilacqua, Bilotti, Lopreiato, Sironi, Damante, Licheri S., Mazzella, Naturale, De Cristofaro, Potenti, Floridia A., Malpezzi, Marton e Magni—fanno seguito alla decisione della Commissione Europea di inserire i visoni americani nell’elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale, che a partire dal 2027 comporterà il divieto di detenere questi animali all’interno dell’Unione Europea.

L’Onorevole Sergio Costa (M5S), Vicepresidente della Camera dei Deputati, dichiara: “Il recente inserimento del visone americano tra le specie esotiche invasive a livello europeo conferma quanto sia necessario un cambio di passo: l’Italia deve sostenere con forza un divieto europeo di allevamento e commercio di pellicce, per tutelare salute pubblica, ambiente e benessere animale. Non possiamo permettere che l’opacità e l’inerzia amministrativa continuino a rallentare una transizione che i cittadini chiedono da anni”.

In Italia, allevare e uccidere animali per la produzione di pelliccia è vietato da ormai quattro anni, grazie a un emendamento alla Legge di bilancio 2022, approvato in seguito a una lunga battaglia di Humane World for Animals Italia e di altre organizzazioni animaliste. Nell’ambito di questi provvedimenti, la dismissione completa delle strutture doveva avvenire entro il 30 giugno 2022, con 3 milioni annui di indennizzi allocati per il 2022 e il 2023, erogati secondo i criteri definiti in un decreto attuativo in materia.

Tuttavia, ad oggi, la dismissione non risulta di fatto completata e non è chiaro se gli allevatori stiano ancora percependo fondi per la gestione dei loro impianti. A causa della mancata emanazione di un secondo decreto attuativo, necessario a permettere il potenziale trasferimento dei visoni presso rifugi accreditati, gli animali hanno continuato a essere detenuti nelle medesime condizioni negli allevamenti, senza la possibilità di esprimere i propri comportamenti naturali ed esponendosi costantemente al rischio di contrarre malattie infettive.

La Senatrice Dolores Bevilacqua (M5S) dichiara: “A quasi quattro anni dall’introduzione del divieto di allevamento per la produzione di pellicce in Italia, è inaccettabile che nel nostro Paese siano ancora detenuti visoni in strutture ormai prive di una qualsiasi legittimazione giuridica. La mancata emanazione del decreto attuativo sta producendo un limbo normativo che espone gli ultimi animali rimasti a sofferenze ingiustificabili e il Paese a rischi sanitari evitabili”.

L’Onorevole Eleonora Evi (PD) aggiunge: “È inaccettabile che, dopo quasi quattro anni dal divieto totale di allevamento di animali per la produzione di pellicce, deroghe temporanee comprese, si debba chiedere, tramite una interrogazione al governo, di avere notizie sulla sorte dei visoni ancora rinchiusi in quei lager, quanti siano, perché manchino ancora i decreti per poterli liberare e affidare a strutture e associazioni che se ne prendano cura. È grave che non si sappia se e quanti soldi pubblici vadano ancora ad una attività che dovrebbe essere relegata al passato. E, aggiungo, che all’alba del 2026 si possa avere il coraggio di indossare abiti prodotti con così tanta sofferenza. L’invito che rivolgiamo al Governo è quello di ascoltare i tanti cittadini italiani ed europei, e oggi anche la Commissione Europea, che chiedono di porre fine a questa barbarie, vietando anche l’introduzione sul mercato di prodotti di pelliccia”.

L’ultimo focolaio di SARS-CoV-2 identificato in un allevamento italiano di visoni ha portato, nell’autunno 2024, all’abbattimento dei 900 animali che erano ancora confinati all’interno della struttura, situata in provincia di Cremona.

A marzo 2025, il Ministero della Salute italiano ha disposto l’eradicazione immediata dell’infezione da SARS-CoV-2 negli ex allevamenti di visoni, prevedendo l’abbattimento di tutti gli animali presenti nei siti colpiti. Non è chiaro però quali siano le modalità di smaltimento delle carcasse.

Alla luce della situazione attuale, l’Onorevole Devis Dori (AVS) afferma: “Vogliamo sapere se i Ministri interrogati intendono rendere pubblico il numero di visoni ancora rinchiusi, quanti e quali abbattimenti per ragioni sanitarie siano stati effettuati e se attualmente sono ancora erogati fondi pubblici agli allevatori nonostante il divieto di allevamento in vigore”.

Trovandosi di fronte a un’anomalia giuridica e sanitaria, oltre a un grave rischio per la salute della cittadinanza e dell’ambiente, Humane World for Animals si unisce ai parlamentari firmatari delle interrogazioni, esortando i Ministri competenti a chiarire quali siano le tempistiche previste per l’emanazione del decreto mancante e se il Governo intende sostenere, nelle opportune sedi UE, un divieto di allevamento di animali per la produzione di pellicce a livello europeo.

Martina Pluda, Direttrice di Humane World for Animals Italia, conclude: “Il successo dell’Iniziativa dei Cittadini Europei ‘Fur Free Europe’, che ha raccolto più di 1,5 milioni di firme, dimostra che i cittadini e le cittadine europee vogliono vedere chiuso questo capitolo crudele. Entro marzo 2026, la Commissione Europea farà sapere come intende dare seguito a questa richiesta ed è quindi importante che gli Stati membri che hanno già vietato l’allevamento di animali per la produzione di pellicce, compresa l’Italia, si schierino dalla parte giusta. Allevare animali in nome della moda non è solamente anti-etico, ma anche economicamente insostenibile, ed è ora che animali e contribuenti smettano di pagare il prezzo per tenere a galla un settore morente”.

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questo link è possibile scaricare le foto di un’investigazione condotta in allevamenti di visoni e altri animali in Finlandiaattenzione, immagini forti.

Note:

  • Più di 6 milioni di animali sono ancora rinchiusi in quasi 1.200 allevamenti destinati alla produzione di pelliccia nell’Unione Europea.
  • In un parere scientifico pubblicato a luglio 2025, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha denunciato come le sofferenze fisiche e psicologiche subite dagli animali allevati per la loro pelliccia siano totalmente incompatibili con i moderni standard di benessere animale.
  • L’allevamento di visoni è stato scientificamente riconosciuto come un settore capace di favorire lo scoppio di nuove pandemie. L’adozione delle misure necessarie a prevenire la trasmissione di agenti zoonotici nell’Unione Europea costerebbe fino a 211 milioni di euro l’anno, secondo un rapporto pubblicato a ottobre 2025.
  • Lo stesso rapporto—redatto dall’economista Griffin Carpenter, in collaborazione con Eurogroup for Animals, Fur Free Alliance, FOUR PAWS e Humane World for Animals—ha svelato che i costi ambientali e sanitari imputabili all’allevamento di animali per la produzione di pelliccia nell’UE superano di gran lunga il suo valore aggiunto.
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