MILANO—In vista delle Fashion Week di New York, Londra, Milano e Parigi, è stata lanciata una campagna globale di sensibilizzazione contro le pellicce per invitare il noto brand di outerwear Woolrich a unirsi ai suoi concorrenti — tra cui Canada Goose, Moncler, Napapijri e Parajumpers — adottando una politica fur-free. La campagna è guidata dall’organizzazione animalista Humane World for Animals (precedentemente nota come Humane Society International) e dalla Fur Free Alliance, di cui fa parte, composta da 50 organizzazioni in oltre 30 Paesi. Le associazioni chiedono ai loro milioni di sostenitori e alle persone compassionevoli in Italia e nel resto del mondo di sollecitare il marchio a rinunciare alle pellicce poiché sono crudeli, fuori moda e non hanno posto in una società moderna.
La maggior parte delle pellicce utilizzate per i parka Woolrich proviene da allevamenti intensivi, dove animali selvatici come cani procione e volpi trascorrono tutta la vita in piccole gabbie di rete metallica, privati della possibilità di esprimere i propri comportamenti naturali, per poi essere uccisi tramite elettrocuzione. Un allarmante rapporto pubblicato a luglio di quest’anno da importanti esperti europei ha concluso che gli allevamenti per la produzione di pelliccia causano sofferenze sistematiche agli animali.
Woolrich utilizza inoltre pellicce di coyote prelevati in natura, catturati con dispositivi crudeli come trappole a molla o lacci, in cui possono rimanere intrappolati per giorni senza cibo né acqua. Gli animali spesso si recidono le zampe a morsi nel disperato tentativo di fuggire prima che i cacciatori tornino per ucciderli a bastonate o soffocandoli. Tra i prodotti a marchio Woolrich figurano parka con cappucci bordati di pelliccia di cane procione, coyote e volpe.
Martina Pluda, Direttrice di Humane World for Animals Italia, dichiara: “L’allevamento di animali per la produzione di pelliccia non è solo eticamente incompatibile e disallineato con i moderni standard di benessere animale, ma ha anche un elevato impatto ambientale e comporta gravi rischi per la biodiversità e per la salute umana. Woolrich è tra i pochi brand internazionali che vendono ancora prodotti in pelliccia animale, nonostante il numero crescente di aziende e suoi competitor che hanno scelto di diventare fur-free, captando il cambio di sensibilità di consumatori e consumatrici, contrari alla crudeltà nei confronti degli animali. Ora, il marchio ha l’opportunità di abbracciare un futuro della moda etico e sostenibile, dicendo addio alle pellicce. Da parte nostra il massimo dell’incoraggiamento”.
Woolrich sostiene di preservare e proteggere la natura; eppure, l’azienda continua ad alimentare il commercio di pellicce, che non solo provoca l’uccisione di decine di milioni di animali selvatici ogni anno, ma è anche dannoso per l’ambiente e rappresenta un rischio per la salute pubblica. Gli allevamenti intensivi per la produzione di pelliccia e le concerie sono estremamente nocivi per il suolo e i corsi d’acqua, dal momento che riversano rifiuti organici e sostanze chimiche tossiche nell’ambiente circostante. Le trappole utilizzate per catturare gli animali selvatici finiscono spesso per mutilare o uccidere altri animali, comprese specie in pericolo e animali domestici. Gli allevamenti per la produzione di pelliccia rappresentano anche terreni fertili per malattie zoonotiche come COVID-19 e influenza aviaria, con centinaia di focolai confermati negli ultimi anni in Europa e Nordamerica. Se Woolrich tiene davvero alla natura, deve scegliere di proteggere la fauna selvatica e il suo habitat, diventando fur-free.
Joh Vinding, Presidente della Fur Free Alliance, afferma: “Continuando a sostenere il commercio di pellicce, Woolrich sceglie la crudeltà verso gli animali e la devastazione dell’ambiente, anziché la compassione e l’innovazione. Fortunatamente, la crudeltà non è più di moda: consumatrici e consumatori sono sempre più interessati al benessere animale e l’entrata in vigore di nuove leggi in tutto il mondo sta riducendo la domanda di prodotti in pelliccia. Sarebbe lungimirante, da parte di Woolrich, abbracciare la modernità e diventare fur-free”.
L’uso della pelliccia da parte di Woolrich è sempre più fuori moda, considerando che la maggior parte dei più noti marchi di moda, brand di outerwear e rivenditori a livello globale hanno già adottato politiche fur-free, tra cui Dolce & Gabbana, Saint Laurent, Valentino, Prada, Gucci, Versace, Alexander McQueen, Balenciaga, Jimmy Choo e Max Mara. Molti altri stilisti e rivenditori hanno adottato da tempo politiche contro l’uso di pelliccia, tra cui Hugo Boss, Armani, Tommy Hilfiger, Stella McCartney e Vivienne Westwood. Tessuti alternativi di qualità, rispettosi degli animali e realizzati con ingredienti di origine vegetale o riciclata sono facilmente reperibili. Ad oggi, più di 1.650 marchi e rivenditori hanno promesso di diventare fur-free aderendo al Fur Free Retailer Program.
22 paesi in tutta Europa, compresa l’Italia, hanno vietato gli allevamenti per la produzione di pelliccia per motivi legati alla crudeltà nei confronti degli animali e ai rischi per l’ambiente e la salute pubblica. Israele, la California e 16 città degli Stati Uniti hanno vietato la vendita di pellicce per dar vita a un mercato più etico e stimolare l’innovazione. Il primo luglio 2025, la Svizzera ha vietato l’importazione di pellicce prodotte in modo crudele. Si tratta del primo divieto di questo tipo in Europa, entrato in vigore con un periodo di transizione di due anni.
È possibile contattare la sede centrale di Woolrich riguardo al suo utilizzo delle pellicce attraverso il sito di Humane World for Animals a questo link, oppure tramite i canali social di Woolrich: X, Facebook, TikTok, YouTube e Instagram.
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A QUESTO LINK è possibile scaricare foto e video di allevamenti per la produzione di pelliccia in Finlandia.